22/03/2023

Meta contro SIAE: salta l’accordo sull’utilizzo della musica italiana

Sui social, in particolare su Instagram, è iniziato il caos dei Reels muti

Venerdì 16 marzo 2023 è stato annunciato ufficialmente che Meta e SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) non hanno trovato un accordo sui punti fondamentali necessari a rinnovare le licenze che consentono l’utilizzo di brani musicali protetti dalla SIAE nei post e Reel di Facebook e Instagram. Questo significa che la musica italiana non può più essere riprodotta sui maggiori social? Sì e no: vediamo cosa è successo.

Punti di vista

Dal primo gennaio 2023 Meta non ha la licenza e l’autorizzazione necessarie per mantenere nelle librerie di Fb e IG i brani protetti dalla SIAE (dunque la stragrande maggioranza della musica italiana, storica e non): il contratto stipulato con SIAE è scaduto nel dicembre 2022 e, anziché rinnovare automaticamente l'accordo, magari modificando i termini, le due società hanno riaperto le trattative. Nel frattempo a Meta è stato concesso di mantenere (e monetizzare) la disponibilità dei brani a marchio SIAE che, tra gennaio e marzo, hanno continuato ad essere caricati dagli utenti come colonna sonora di video e immagini, in base ad accordi per così dire ad interim in attesa del rinnovo della licenza. Questo, stando alle dichiarazioni ufficiali della SIAE, è stato possibile perché da parte sua la società italiana ha mantenuto un atteggiamento di apertura nei confronti di Meta, attendendo che questa fornisse i dati richiesti e necessari a poter valutare e quantificare i ricavi derivanti dal diritto d’autore della musica pubblicata sui social. Tale richiesta di trasparenza sembra essere direttamente collegata alla Direttiva Europea sul Copyright che l’Italia ha recepito al pari di altri stati membri a fine 2021 e in particolare all’art. 17 che regolamenta e fornisce indicazioni sulla relazione tra gli enti che detengono i diritti d’autore (in questo caso SIAE) e fornitori di servizi di condivisione di contenuti online - OCSSP (in questo caso Meta).

Sembra che all'origine del pugno di ferro tra le due società ci sia proprio questa mancanza di disponibilità a condividere dati relativi ai profitti e ai termini di utilizzo da parte di Meta, il che da un lato confligge con la Direttiva europea, dall’altro ha spinto la SIAE a proporre un contratto per la concessione delle licenze in termini inaccettabili per Meta. A questo punto, a trattative ancora aperte, quest’ultima ha deciso unilateralmente di interrompere il confronto annunciando l’imminente take down dei brani SIAE finora disponibili sulle sue piattaforme. Trattandosi di una normativa europea, la situazione italiana sta diventando un caso internazionale e stiamo assistendo alle prime reazioni anche da parte di voci al di fuori dell’Italia.

Via la musica dai social, sì ma… quale musica?

Sabato 17 marzo è di fatto iniziata la rimozione del repertorio musicale italiano disponibile nelle library di Facebook e Instagram e, di conseguenza, a partire da quel momento non è più possibile per gli utenti caricare in libertà i brani musicali preferiti su post e reel. Inoltre sono stati letteralmente “silenziati” tutti quei contenuti pubblicati negli anni e che fino a sabato scorso erano accompagnati dalla musica che Meta ha iniziato a rimuovere.

Prima di avere il tempo di quantificare le conseguenze dirette di questa scelta (conseguenze cui accenneremo tra poco) gli utenti, le case discografiche ma soprattutto gli artisti, i veri protagonisti di ogni operazione che riguarda il diritto d’autore, si sono visti sparire dalle due maggiori piattaforme social non solo l’enorme repertorio musicale a marchio SIAE (come già annunciato in conseguenza di quanto accaduto tra le due società), ma anche tutta una serie di altri brani e cataloghi afferenti non a SIAE ma ad altre società indipendenti. Tra queste ultime c'è LEA, l’associazione italiana Liberi Editori e Autori che fa capo a Soundreef (società “concorrente” della SIAE e non contemplata negli accordi tra quest’ultima e Meta). In un primo momento Meta ha risposto al caos ripristinando tutto il repertorio, per poi silenziarlo nuovamente in base ad altri criteri che però non riguardano, ancora una volta, soltanto i brani a marchio SIAE.

Al momento sono dunque in corso trattative che coinvolgono in primis Soundreef volte a cercare di definire quali brani siano effettivamente da ricondurre alla SIAE e quali no. Lo scopo è quello di mantenere la disponibilità di una buona parte della musica italiana, a marchio LEA in particolare, sulle piattaforme social. Questo è di certo uno degli elementi più peculiari di questa vicenda. Sì perché al di là delle “comprensibili” logiche di mercato e di strategia in merito a copyright, condivisione e diffusione della musica, profitti derivanti dal marketing ecc., il caso svela una crepa significativa in termini di database e condivisione trasparente e accessibile del repertorio a marchio SIAE, che parrebbe essere l’unica ragione per cui il personale (e l’algoritmo) di Meta non hanno “saputo” distinguere, selezionare ed eliminare soltanto i brani protetti dalla SIAE ma hanno silenziato musiche che non rientrano nel mancato accordo.

Qualche ipotesi sullo stato dell’arte (e il destino della musica)

A questo punto ci permettiamo qualche riflessione in merito a quanto sta accadendo considerando le diverse parti in campo.

Innanzitutto quanto accaduto ha e avrà significative ricadute sul comparto musicale italiano che, al pari di quanto accade negli altri paesi, ha spostato sulle piattaforme in questione gran parte della sua attività di promozione e diffusione. Negli ultimi anni le case discografiche, gli organizzatori di eventi e i singoli artisti hanno incrementato la loro presenza sui social in modo esponenziale e circa il 5% degli ascolti della musica in Italia ha luogo attraverso i social, in particolare tra le fasce più giovani, con una crescita che nel 2022 è stata del 37,3% (fonte: agendadigitale.eu). Questo significa che il take down della musica su Facebook e Instagram non è solo un problema di utenti privati (che già di per sé non hanno gradito la riduzione drastica dei brani disponibili per post e reel e si sono visti silenziare quando pubblicato negli anni), ma lo è anche per content creator, social media manager e influencer (che stanno subendo un importante danno a livello professionale). Significa soprattutto che i musicisti, i cantanti, i compositori, gli arrangiatori non avranno più la libertà di utilizzare i propri brani per mantenere un contatto diretto con i fan attraverso questi canali, che negli ultimi tempi hanno invece costituito un luogo privilegiato per interagire con i follower, lanciare nuovi pezzi o eventi o per contribuire alla diffusione della propria musica.

Per tali motivi alcuni potrebbero scegliere di investire su TikTok anziché sulle piattaforme Meta, dato che il colosso cinese ha attualmente accordi chiari e licenze attive con SIAE. Oppure alcuni artisti potrebbero decidere di affidarsi a LEA (che attualmente raccoglie circa 26.000 iscritti in Italia, tra autori ed editori) anziché a SIAE, sempre che i chiarimenti chiesti a Meta in merito alla rimozione del brani tutelati da Soundreef vengano forniti e si raggiunga un accordo tra le parti in merito alle licenze.

Visto che il caso sta coinvolgendo realtà anche al di fuori dell’Italia e che gli accordi con Meta continuano ad aver luogo e ad essere cercati anche in altri paesi europei, sarà sicuramente interessante osservare cosa si muoverà nel prossimo futuro e quali posizioni verranno prese in situazioni analoghe.

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di Elisa

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22/03/2023
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